Anche se noi tutti condividiamo il medesimo alito di vita eterno, questo prende forme diverse in ciascuno di noi. Il tuo spirito ha una propria presenza, una vibrazione unica che è completamente distinta dalla tua personalità (che, a grandi linee, è una sorta di scudo difensivo che protegge il tuo spirito). Il modo migliore per connetterti con il tuo spirito è iniziare a riconoscere ciò che ti rende vivo.
Conoscere meglio il proprio spirito
Inizia a scoprire com’è davvero il tuo spirito. Come descriveresti la forza eterna e fiera che si chiama “io”? È cortese, appassionata, imperiosa, esitante, creativa, timida o giocosa? In quali aspetti della vita ti senti più competente? Quali attività ti coinvolgono al punto da farti dimenticare te stesso? Quali cose donano conforto e ispirano la tua anima?
Poi, prendi in considerazione ciò che nutre il tuo spirito. Quali sono le esperienze, le attività e le energie che ti rendono forte, che ti donano stabilità e ti nutrono intimamente facendoti sentire soddisfatto, contento della vita e a tuo agio con te stesso? Cosa ti delizia e ti sorprende? Cosa ti induce a gettarti nella vita aiutandoti ad abbracciarla di petto? Cosa ti fa sentire in pace con te stesso?
Per esempio, io mi rigenero con la musica classica, ammirando la bellezza di alcuni tessuti e inalando profumi dal fascino esotico. Il mio spirito ama la natura, soprattutto le montagne e l’aroma dei pini, i viaggi in luoghi affascinanti e lontani, la lingua francese, i bazar egiziani e le corse in risciò attraverso New Delhi. Si esalta quando racconto le favole, quando insegno a qualcuno come trovare le proprie guide e, soprattutto, quando ballo. Tutte queste attività innalzano la percezione di me stessa e mi donano felicità, soddisfazione e stabilità.
Lo spirito di mio marito è molto diverso dal mio: a lui piace l’azione, il movimento ed essere indaffarato. Si vivifica quando fa una passeggiata in bicicletta, quando cammina in estate in un bosco o quando scende a massima velocità con gli sci lungo una pista innevata. Il suo spirito è molto sensuale, anche se è più organico rispetto al mio: i profumi e la vista del banchetto di verdure di un contadino al lato della strada, le bancarelle delle spezie nel quartiere indiano di Chicago, dove viviamo, o un secchio pieno di pesce fresco al mercato lo fanno andare in brodo di giuggiole.
Presta attenzione a ciò che ti rende più forte e nutre il tuo spirito unico al mondo, cercando soprattutto di capire quanto sei sensibile e consapevole nei suoi confronti. Ti impegni per stimolarlo con le attività di cui ha bisogno per rigenerarsi?
Mi viene in mente un episodio: una volta avevo tenuto una lettura per una donna, si chiamava Valerie, e soffriva di una grave forma di depressione, di spossatezza e, secondo me, anche di una profonda apatia spirituale. Di conseguenza, non riusciva mai ad arrivare a sera senza crollare a metà giornata per la stanchezza. Non riuscendo a capire quali fossero le cause di questa misteriosa perdita di energia, aveva consultato ogni tipo di medico, guaritore e medium che aveva trovato per avere una risposta; si era sottoposta a ogni sorta di esami per scoprire da quale malattia fosse affetta (ipotiroidismo, morbo di Lyme, avvelenamento da muffe o da metalli, virus di Epstein-Barr), ma nessun esame aveva dato esito positivo e nessun medico le aveva dato una risposta definitiva.
Disperata, si era rivolta a me. Compresi immediatamente il suo problema: era un caso grave di ciò che io definisco “anoressia psichica”, o “fame dello spirito”. Le sue guide mi mostrarono che lei era, in fondo, un’artista e una musicista, uno spirito che amava creare melodie meravigliose e giardini incantevoli. Era una persona contemplativa la cui anima sbocciava nei momenti di placida meditazione e preghiera. Il suo spirito era delicato e aveva bisogno della compagnia degli animali, della bellezza dei fiori e della calma di una semplice e regolare vita a contatto con la natura.
Valerie aveva avuto a disposizione tutto questo quando, anni prima, viveva in una piccola cittadina del Wisconsin. Poi però si era sposata con il suo fidanzato delle scuole superiori che lavorava come meccanico per una compagnia aerea ed era sempre alla ricerca di nuove possibilità per fare carriera. Da quando si erano sposati, si erano trasferiti sei volte in cinque anni, quasi sempre in grandi città dove vivevano in piccoli appartamenti condivisi con estranei perché non potevano permettersi di affittare una casa da soli. Lo spirito di suo marito adorava l’avventura ma il suo era traumatizzato e morente.
A causa della fedeltà al marito, la mia cliente aveva perso la connessione con se stessa e la sua energia si era completamente esaurita. Le sue guide mi dissero che aveva bisogno di tornare alla vita pacifica nella natura e di interrompere i continui cambiamenti ai quali si era assoggettata per seguire il marito; solo in questo modo avrebbe potuto rianimare il proprio spirito e guarire il corpo.
“Mi stai dicendo che dovrei divorziare?”, mi chiese quando le spiegai il mio punto di vista. Poiché non era quello che desiderava fare, le spiegai: “Ciò che intendo dire è che dovresti essere più consapevole di quello che serve alla tua anima e fare quanto necessario per stare meglio.”
Un aspetto particolare dello spirito è che, quando diventi più sensibile ai suoi moti e gli dedichi maggiore attenzione, diventi subito più calmo e lucido. Valerie mi diede retta, seguì i miei consigli e, per la prima volta dopo anni, iniziò ad ascoltare il suo spirito. Lasciò il marito in città per tornare a vivere in un luogo pacifico e immerso nella natura dove avrebbe potuto godere della compagnia degli animali e delle passeggiate nella natura, rilassarsi da sola ed esercitarsi a suonare il pianoforte. Non divorziarono ma cercarono un equilibrio: suo marito lavorava per dieci giorni consecutivi a New York e poi trascorreva quattro o cinque giorni con lei nel Wisconsin. Lentamente, Valerie ritrovò la forza e curò il proprio spirito, dimostrando che le guide avevano capito esattamente cosa le serviva per stare meglio.
Quando parlo con i miei clienti, molti ammettono che hanno pochissime occasioni per nutrire e coccolare lo spirito e che vivono seguendo esclusivamente il loro senso del dovere e di responsabilità. Pensano che la vita sia qualcosa a cui resistere più che un’esperienza da vivere, e dimenticano di godersela!
Se anche tu scopri di avere questa visione dell’esistenza, sappi che sei diventato duro e insensibile al tuo spirito e, di conseguenza, ti sei allontanato dal mondo dello spirito e da tutti i suoi doni.
Nella nostra cultura puritana, in cui le persone sono incoraggiate sin dall’infanzia a mettere gli altri prima di se stesse e imparano a definire “egoista” ogni desiderio di prendersi cura del proprio benessere, è facile capire come si possa arrivare a questo punto. Finché non cambi questo modo di pensare invalidante, il tuo spirito continuerà a soffrire e tu perderai la possibilità di farti guidare dal mondo dello spirito.
Sai come nutrire il tuo spirito? Prova a…
- Ascoltare musica rilassante.
- Cantare.
- Fare un lungo bagno caldo con sali profumati. Meditare.
- Decorare la tua casa con fiori freschi e piante. Non fare nulla.
- Fare una passeggiata.
- Riempire la tua stanza di candele e di morbidi cuscini.
- Leggere riviste che parlano di viaggi esotici.
- Fare esercizio fisico.
- Pregare.
- Fare tutto con più calma.
- Ridere.
Tratto da “Ascolta I Tuoi Spiriti Guida” di Sonia Choquette
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