Se me lo consentite, vorrei riproporre oggi un post che scrissi nel lontano 16 febbraio 2007, quindi in tempi non sospetti. Sincronicità varie mi hanno riportato questa memoria ed ho pensato bene di condividerlo con tutti voi. Ognuno potrà trarne il significato che vuole, il mio intento è solo quello di condividere un sentimento forte che provavo allora e che è rimasto immutato negli anni a seguire. Perdonate lo “stile”, ma erano pensieri veloci in un blog che non aveva la forma che ha adesso, ma di cui spero possiate apprezzare il sentimento che una più giovane “me” provava già 13 anni fa.
Vi auguro una buona lettura… e vi invito fortemente a stare in casa e a riguardare il vostro benessere e quello dei vostri cari. ❤
“Viviamo in una società in cui “velocità” è la parola d’ordine. Più cose fai più ‘cool’ sei. Ma come al solito…ne siamo sicuri? Per me è solo un’illusione che ci toglie via tempo, amore e bellezza. E soprattutto ci toglie via noi stessi.
La gente ha sempre più bisogno di riempire le giornate con più cose possibili per avere l’illusione di vivere di più. Se invece ci fermassimo a dare più senso alle nostre giornate? Se facessimo meno cose ma meglio? Poche idee ma brillanti e non una marea e inconcludenti?
Io sono per l’inversione di tendenza. Amo la lentezza, la semplicità, amo lasciar fluire, amo prendermi il tempo. Non vi nascondo che non sopporto quando le persone tentano di convicermi che devo fare la pazza in giro per essere più sociale, più ricca, più impegnata, più questo, più quello. Quelli che me lo dicono poi tra l’altro sono indaffarati e basta. Non vedo nessuna superiore qualità della vita, anzi posso notare un deterioramento della stessa. Ma perché? Ma dove stanno andando? Sono talmente impegnati che non se lo chiedono nemmeno. Ma anche questo non è importante perché il punto non è dove si va, ma come ci si arriva.
Io sono per la lentezza, per la capacità di ascoltare, per i weekend in casa e non in autostrada, per i viaggi rilassati e non per i pacchetti stile giro del mondo in due giorni. Sono per partire quando mi va e non perché è periodo di ferie e lo stanno facendo tutti. Sono per un tè e dei biscotti sul divano che per un ristorante alla moda a 200 km di distanza solo perché fa ‘in’ e ci vanno tutti. Sono per almeno una mezzora di silenzio al giorno a parlare da sola con me stessa. No, non sono pazza. Lo trovo anzi essenziale. Perché dovrei parlare con tutti, anche a volte sulle cose più stupide solo per fare conversazione e non dovrei mai parlare con me stessa e chiedermi come sto, che faccio, che vorrei fare, a che punto sono etc…? Di cose così ne potrei dire a migliaia, ma finisco dicendo solo che: non ho intenzione di rinunciare alla lentezza.
Tratto dal web-archive di Animeradianti.com
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